Mio intervento in aula del 13 Febbrai 2014 sulla lotta alla povertà
Legislatura 17ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 192 del 13/02/2014
ORELLANA (M5S). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ORELLANA (M5S). Signor Presidente, signor Ministro, dopo le recenti parole del presidente Napolitano a Strasburgo, in cui ha bocciato l'austerità ad ogni costo e in cui ha parlato di una sfiducia nell'Unione europea che - cito testualmente - «risiede nel peggioramento delle condizioni di vita (...) nella maggior parte dei Paesi membri dell'Unione», le veniamo a chiedere quali azioni a livello europeo si possono intraprendere per combattere quella che sta diventando sempre più un'emergenza sociale: mi riferisco alla lotta alla povertà, e non quindi alla pure auspicabile lotta alla disoccupazione. Non possiamo nasconderci che oramai anche persone occupate rappresentano categorie classificate come povere. Un'occupazione non è più garanzia di reddito adeguato. Famiglie monoreddito e numerose sempre più spesso scivolano nella povertà.
Noi del Movimento 5 Stelle abbiamo proposto uno strumento come il reddito di cittadinanza basato su criteri precisi legati all'ISEE e con l'imposizione di alcuni obblighi per mantenere tale diritto. In Europa c'è chi propone il ben più ambizioso UBI (unconditional basic income), che prevede un reddito universale legato semplicemente alla nazionalità europea. L'attuale Governo propone solo le insufficienti social card o poco più, la cosiddetta sperimentazione dell'inclusione attiva per la lotta alla povertà estrema. Tutto questo è scritto nella relazione programmatica già citata.
La nostra domanda è quindi riferita alle iniziative che il nostro Governo può ragionevolmente pensare di mettere in campo in ambito europeo. Riteniamo che nonostante il seppur relativamente ridotto bilancio europeo si possa produrre qualche azione concreta che contrasti la povertà e che produca un'auspicabile più equa redistribuzione del reddito fra i cittadini.
L'Italia, in vista della prossima presidenza del Consiglio dell'Unione europea, ha preparato qualche proposta specifica? Oppure ci dobbiamo rassegnare a una rincorsa verso salari sempre più bassi per contrastare la concorrenza di altri Paesi sul costo del lavoro?