Equivoco della Costituzione Italiana: art.1
Aderire incondizionatamente alla Costituzione può sembrare degno di una persona di fermi valori. Tuttavia, ci sono alcuni punti che sono quantomeno controversi, soprattutto perché legati allo spirito del tempo. Quando è stata scritta la Costituzione (non solo scritta, ma elaborata e travagliata), l'Italia era una nuova repubblica, una terra distrutta da una guerra che la vedeva tra i perdenti. Era un'Italia da rifare!
Da questo l'art. 1 :
"L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione."
Sì che "fondata sul lavoro" doveva essere "...sui lavoratori", ma sarebbe stato più umano e lungimirante adottare una formula sul tipo della Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo:
« Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. ... ». __ In altre parole, l'art. 1 potrebbe recitare:
"L'Italia è una Repubblica democratica. Tutti i membri del popolo nascono liberi ed eguali in dignità e diritti ed esercitano la sovranità nelle forme e nei limiti della Costituzione." Diversamente la si sarebbe potuta chiamare "repubblica ergocratica"
Nonostante i successivi articoli, questo punto di partenza ha portato ad alcuni fraintendimenti: la persona che non ha lavoro non ha gli stessi diritti? Nel momento in cui viene a mancare (almeno parzialmente) il lavoro, oppure la sopravvivenza economica è gestita da trasazioni finanziarie, non c'è più la Repubblica o non c'è più la Democrazia?
A quanto pare, succede proprio così!
In Costituzione, il lavoro andava, quindi, trattato a parte e non nel'art.1
E' questo il punto.
Ci vuole un reddito di cittadinanza e per chi disoccupato ha famiglia, sanità e scuola gratis, affitto pagato dallo stato.
Ovviamente come ha suggerito Laura59 ci vogliono meccanismi che evitino le truffe, cioè io finto disoccupato lavoro in nero e non pago le tasse.